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Un sistema ingegnoso di passerelle e di piattaforme in legno consente di ammirare a distanza ravvicinata lo spettacolo di queste cascate.
La storia dei Guaranì, gli Indios nativi di questo luogo, si è intrecciata con l’opera dei missionari cattolici, che arrivarono alla fine del XVI secolo. Lo scopo dei missionari era quello di convertire gli indigeni alla fede cristiana senza ricorrere alla violenza.
Il film The Mission, di Roland Joffé, fa rivivere benissimo questa epoca. Nella colonna sonora di Ennio Morricone c’è il canto di una cultura scomparsa, c’è la forza primordiale dell’elemento acqua.
Le acque del fiume Iguazù, dopo il salto improvviso di 70 metri, diventano “grandi acque”, che portano vita, pesci e animali, alberi ricchi di frutta tropicale.
Iguazù è il fiume affluente del Paranà. Separa il Brasile dall'Argentina e dal Paraguay all'altezza delle scenografiche cascate dell'Iguazú.
Il fiume Iguazù si snoda per 600 km, raccogliendo l’acqua di decine di affluenti lungo il percorso. Il fiume poi si allarga e descrive un’ampia curva prima di formare i 275 salti della cascata.
Il fiume Iguazú nasce dalla catena montuosa del Paraná, in Brasile, e poi scende sino alle cascate, prima di entrare nel fiume Paraná. Percorre un totale di 1300 Km, 1200 dei quali in Brasile, per questo fa da frontiera tra Brasile e Argentina.
Gli indios venuti per primi ad abitare queste terre verdi e umide nell’XI secolo, i Guaranì, usarono due parole per descrivere la grandiosa massa d’acqua che circondava i loro villaggi: “y” significa “acque” e “guasù” “grandi”.
Il complesso di cascate è immenso: sviluppate su un’area di oltre 4 chilometri di larghezza, formano 275 salti di un’altezza media di 70 metri.
La Garganta del Diablo o Gola del diavolo. Posta sul lato argentino, è la gola più imponente, profonda 150 metri e lunga 700, segnando il confine tra Argentina e Brasile.
Gola del diavolo.
Gola del diavolo.