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Galatina, a metà strada tra Otranto e Gallipoli, nel cuore del Salento, custodisce la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, un gioiello architettonico e artistico, un capolavoro nato dalla combinazione degli stili gotico e romanico pugliese.
La facciata della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria si presenta con uno stupendo portale finemente decorato e il bellissimo rosone, che sembra quasi ricamato nella pietra ad illuminare l’interno.
Il magnifico portale, in primo piano, mette in mostra i minuziosi ricami nelle pietre.
Sull’architrave del portone centrale è presente il rilievo di Gesù, rappresentato tra i dodici Apostoli, con in mano il cartiglio recante l’iscrizione "Ego vos elegi ut eatis" (Io vi ho scelti perché andiate).
Varcando il portone, si coglie subito un contrasto tra l’esterno lineare e l’interno che invece è un tripudio di colori. L'interno è imponente nelle proporzioni: pareti, pilastri, archivolti, volte ed affreschi lo caratterizzano in ogni angolo.
Le pareti sono completamente decorate da un ciclo di affreschi che è ritenuto secondo solo a quello della Basilica di San Francesco di Assisi, per il valore e l’estensione.
La navata centrale, senz’altro la più maestosa considerando i suoi 50 metri di lunghezza, si slancia verso l’alto culminando con una splendida volta a crociera sulla quale è rappresentata la Volta delle Schiere Angeliche.
Gli interni della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria furono completamente riaffrescati nei primi decenni del Quattrocento da artisti provenienti da varie zone della penisola, maestranze di scuola giottesca e senese.
Gli affreschi sono divisi in vari cicli pittorici: dell’Apocalisse, della Genesi, cristologico, angelologico, agiografico e mariologico, oltre il ciclo delle Virtù situate nelle vele della prima campata.
Nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, un particolare del ciclo di affreschi della Genesi che rappresenta l'arca di Noè.
In primo piano, il particolare dell'affresco di San Giovanni il Battista.
Dal momento che all’epoca la parola scritta era privilegio di pochi, si doveva far ricorso alle immagini. Guardando l'intero ciclo degli affreschi, ci si trova di fronte a una specie di catechismo figurato, che aveva la funzione di raccontare le Sacre Scritture al popolo.
Adiacente alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, nel chiostro del convento dei francescani, si trova il Museo della Basilica.
Il Museo del Tesoro della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria è collocato nell’ex refettorio del Convento francescano, decorato anch’esso da pregevoli affreschi.
La volta affrescata nell’ex refettorio del Convento francescano.
Il Museo della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria custodisce un tesoro di reliquie e oggetti d’arte sacra. Tra questi, il micro mosaico portatile, di arte bizantina, della fine del XII secolo, con la figura del Redentore, le cui tessere misurano 1 mm circa.
Un calice in argento dorato spicca tra i tesori della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria.
La chiesa di Santa Maria delle Grazie risale ad inizio ‘700. Caratterizzata da una particolare forma ottagonale e da una linea sobria, accentuata solo dall’elegante portale.
La chiesa è dedicata alle Anime Sante del Purgatorio. L’interno è costituito da una sola alta navata, con soffitto a cassettoni, illuminata da sei grandi finestroni scolpiti e ornati con coppie di angeli con cornucopie reggi candelabro.
La chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Sul coronamento dell’altare maggiore è collocata una grande tela raffigurante la Vergine che versa il "suffragio" per estinguere le fiamme delle anime che, scontata la pena, vengono sollevate dal Purgatorio.
Entrando nelle corti di Galatina, si possono vedere delle piccole botteghe artigiane della cartapesta ancora in attività e portate avanti dai giovani.
Un’arte di cui oggi si contano pochi eredi, ma nei vicoli di Galatina è possibile ancora incontrare i maestri cartapestai mentre creano nuove opere o rimettono a nuovo antichi manufatti.
I maestri della cartapesta, nel cercare di rinnovarsi, creano nuove rappresentazioni. Oltre alle figure dell’arte sacra, si trovano anche le rappresentazioni di vita contadina e popolare.
Quella della cartapesta è un’arte antica che ha sfidato il tempo ed è giunta a noi passando di bottega in bottega, di padre in figlio.